In Consiglio regionale la presentazione del libro fotografico di Graziano Perotti sugli ospiti della Casa di Pinocchio, struttura per disabili della Valdichiana e sui protagonisti del progetto Viva
Ha compiuto 10 anni: è la Casa di Pinocchio. Una risposta nuova alla domanda dei disabili e delle loro famiglie. Con essa il Progetto Viva per la vita indipendente. Due esperienze che vedono insieme la Cooperativa sociale Koinè, l’Usl Toscana Sud Est e la Conferenza dei Sindaci della Valdichiana. Niente festa di compleanno ma tre appuntamenti: due saranno, a metà dicembre, a Cortona e Castiglion Fiorentino e il primo è in programma per mercoledì 6 dicembre a Firenze. Organizzato dalla Presidenza del Consiglio Regionale si terrà nella Sala delle Feste di Palazzo Bastogi in via Cavour. Interverranno il Presidente del Consiglio, Eugenio Giani e la vice Presidente, Lucia De Robertis. Quindi la Presidente di Koinè, Grazia Faltoni e la Direttrice dei Servizi sociali dell’Usl Toscana sud est, Patrizia Castellucci. Con loro Mario Onomastici, ospite della Casa di Pinocchio che racconta la vita con la poesia e la fotografa Melania Russo, del progetto Viva, che fa altrettanto con l’immagine. Inizio alle 15.30. A Enzo Brogi, Presidente del Corecom, il compito di condurre il confronto. Koinè organizzerà, con un pullman, la partecipazione degli ospiti della Casa di Pinocchio e Viva e delle loro famiglie.
L’occasione dell’incontro è la pubblicazione del libro di Graziano Perotti “Sogno i cerchi aperti”, Edizioni M&FD, MIlano. Il titolo nasce da una foto che a sua volta nasce dalla frase di un ospite della Casa di Pinocchio. Perotti è un fotoreporter che ha pubblicato oltre 200 reportage (di viaggio, cultura e sociale) sui più importanti magazine, ottenendo 25 copertine e prodotto foto per importanti campagne pubblicitarie. Di lui hanno scritto e pubblicato lavori su riviste specializzate di fotografia e sui maggior quotidiani italiani i maggiori critici.
Perotti ha incontrato gli ospiti della Casa di Pinocchio e di Viva. Ecco il suo racconto: “non volevo far belle fotografie: loro erano troppo belli per competere ma raccontare un attimo, un loro importante pensiero… Entravano uno per volta e si chiacchierava prima di scattare, a volte mi sentivo perso, non ero pronto per i loro cuori troppo aperti, questo ho pensato per qualche attimo, sono stati loro con tutta la loro autentica umanità a darmi la forza, loro erano i docenti della vita ed io l’alunno che doveva solo imparare. Non so se ho imparato abbastanza, ho cercato i loro occhi e i loro cuori, e loro quei cuori li hanno aperti come sempre, hanno scritto su una lavagnetta il loro sogno più grande, qualcuno ha scritto che non sa sognare e quello è stato per me l’attimo più difficile da superare, avrei voluto dare tutto me stesso per farlo sognare ma sono sicuro che è stata una parentesi, anche lui tornerà a sognare. Quando scattavo non pensavo a semplici fotografie ma al senso della vita, la raccontavano i loro scritti, i loro abbracci. Sono persone speciali con tante storie personali diverse, ma unite dall’amore che sanno dare a chi li sa ascoltare, chi li sa tenere per mano, sono continue lezioni che ti restano dentro. Tanta umanità sbagliata non li merita queste anime pure, con tutte le sue cattiverie, le tante guerre per sete di potere, il respingere il diverso che non è tale e chi scappa da una guerra con i figli in braccio schivando le bombe di nazioni diverse. Tutti dovrebbero imparare da loro il vero senso della vita. Loro non sono solo persone, sono anime in cammino e a noi non resta che seguirle tenendole per mano per imparare il vero senso della vita“.
Un percorso condiviso da Koinè: “poche cose hanno il potere di inquietare utilmente quanto le immagini che raccontano storie generando l’opportunità di riflettere e, con gli altri, condividere letture – commenta Paolo Peruzzi, Direttore di Koinè. Ma il potere delle storie si sbriciola – fino a svanire – se non si dispone dell’attitudine e dell’apertura mentale per guardare e vedere, ascoltare e sentire. Il bellissimo lavoro di Graziano Perotti – che è davvero un fotografo dell’anima – ha la rara proprietà di sollecitare ognuno a fare tutto questo. Sulle parole e i volti delle persone di Viva e della Casa di Pinocchio, Graziano usa la luce per riperimetrare lo spazio di tutti e di ognuno, quello spazio da difendere e da ricostruire ove ogni vita viene posta prima delle cose e, perciò, riconosciuta come sacra, meritevole di autonomia e rispetto e da costituire di dignità. In questo sguardo, così intenso e coinvolgente, c’è, forse, anche qualcosa di noi, impresa sociale di comunità che – quotidianamente – prova a dare corpo, concretezza e coerenza a parole e valori misconosciuti e forse dimenticati“.
Nel libro di Perotti è ospitata una poesia di Mario Onomastici, ospite della Casa di Pinocchio fin dalla sua apertura. Il titolo è Vita: “la vita corre incessantemente sul filo / il filo di un equilibrista: i passi sono lenti / incerti e ad ogni passo c’è la paura di / precipitare nel vuoto./ Ogni attimo è vissuto con il fiato sospeso / gli altri stanno a guardare al di sotto del filo / e si meravigliano quando ogni momento / risulta essere un successo“.