Incontri tra gli anziani Rsa Pionta e bambini della scuola per l’infanzia Pallanca
“Ma da dove viene un nonno?”. Il bambino è seduto in circolo, insieme ai suo compagni della scuola dell’infanzia e osserva un po’ guardingo gli ospiti che sono arrivati a scuola. Qualcuno è in carrozzina, qualcuno non ha tutti i denti davanti, qualcuno si appisola per alcuni istanti. Tutti gli sorridono e ripete la sua domanda: “come nasce un nonno?”
Curiosi sono anche i suoi amici. Domande naturali: “dove sono i vostri letti?” Domande che ne generano altre: “perché siete soli? E perché con voi ci sono solo le dottoresse?”
Le dottoresse, in realtà, sono le operatrici di Koinè in camice bianco.
Ma le domande non le fanno solo i piccoli. Anche i nonni hanno le loro curiosità. “Ma da dove vieni, tu che sei nero?”: è la curiosità verso i bambini migranti. “Dov’è la tua scuola?”: è una domanda ma anche il ripercorrere luoghi della vita prima della Rsa. “Quando leggi il giornale?”: sottolinea l’importanza di questo momento della giornata, pur dimenticando che l’interlocutore è ancora troppo piccolo per saper leggere.
La cooperativa società Koinè e e la Usl Toscana Sud Est hanno organizzato incontri tra due generazioni separate da 80 o da 90 anni. L’infanzia della prima non ha nulla a che fare con quella della seconda: quasi un secolo è un tempo lungo ma se si tratta del Novecento il distacco è abissale. Eppure si guardano e si parlano. Sono gli anziani della Rsa del Pionta e i piccoli della scuola dell’infanzia Pallanca.
Koinè ha concretizzato il progetto “Ti racconto, mi racconti? Nonni e bambini a confronto”.
Tre gli incontri che si sono tenuti fino ad oggi. “Il primo è stato alla Rsa del Pionta – ricorda Gabriella Terziani, coordinatrice Koinè. E’ stato il momento di conoscenza tra gli anziani e i piccoli. Una nostra educatrice ha letto brani di Una mattina meravigliosa di Arthur A. Levine. Quindi sono stati i nonni a recarsi all’asilo dove i bambini li hanno accolti con una torta che avevano preparato. Il terzo momento è stato nuovamente al Pionta dove i bambini hanno anche visitato l’orto che gli anziani curano accanto alla Rsa“.
Sabato 27 maggio, con inizio alle ore 15, ci sarà l’appuntamento finale al parco del Pionta. Stavolta ci saranno anche tutte le famiglie: i genitori dei bambini e i figli degli anziani. E’ in programma lo spettacolo di Mirko Revoyera, cantastorie umbro, autore teatrale e burattinaio. Le musiche saranno di Giorgio Pinai.
“Gli incontri sono stati molto spontanei – commenta l’educatrice Monica Massegnan, della Rsa Pionta. E sono iniziati nel modo più classico: chi sei e cosa fai. La domanda sul luogo dell’asilo ha consentito di ricordare posti e di ripercorrere strade. Poi ciascuno ha raccontato la sua giornata e quindi descritto la sua vita. Ciascuno ha mantenuto la posizione più consueta: i bambini seduti per terra e gli anziani sulla sedia e sulla carrozzina. Si sono scambiati notizie ed emozioni”.
“I bambini hanno notato ogni dettaglio – commenta Sara Prestinari, educatrice della scuola dell’infanzia Pallanca. Ogni particolare li ha colpiti. Si sono stupiti che gli anziani fossero soli o, meglio, accompagnati solo da quelle che loro hanno chiamato dottoresse, cioè le nostre operatrici nella Rsa. Probabilmente la loro idea di nonno è quella di una persona circondata da altre persone e mai sola. Così non è e lo stupore di un bambino è forse la migliore conferma della condizione dell’anziano oggi”.
“Da anni – racconta la dottoressa Luisella Bolgi, Responsabile RSA Pionta per la Usl – si cerca di favorire in comunione di intenti con la Cooperativa Koinè, la frequentazione delle famiglie di appartenenza dei nostri ospiti anziani e delle famiglie della città di Arezzo alla vita di comunità della RSA ; “benvenuti per eccellenza” sono nipoti, pronipoti e piccoli amici dei nostri ospiti al fine di promuovere incontri umani tra generazioni che nel ciclo vitale e nella storia della comunità locale rappresentano memorie, sensibilità , intelligenze , creatività , fantasia ed immaginazione.
Il lavoro di comunità e con la comunità locale permette la costruzione di relazioni generative di benessere, condivisione e contenitive di “amore per la gente della propria città”. La qualità di vita si costruisce” insieme”con il territorio di appartenenza. Da sempre la Direzione dei Servizi Sociali di Area Vasta – Aslsudest, dottoressa Patrizia Castellucci, Il Direttore di Zona Distretto, dottoressa Antonella Valeri, il Responsabile UFAI, dottoressa Daniela Frullano sostengono la visione di comunità aperte e partecipate”.