Il progetto Koinè per educare alla natura ed alla biodiversità. Un contributo alla missione della banca del germoplasma della Regione Toscana
Da una parte i semi antichi: il pomodoro rosso di Pitigliano, il costoluto fiorentino, la zucchina tonda fiorentina, l’anguria gigante della Valdichiana ed altri. Dall’altra i pirati di Ramarella: persone che trovano risposta alla condizione di vulnerabilità sociale attraverso progetti fatti in collaborazione con i servizi territoriali del Valdarno e che in questa fattoria nel comune di Laterina Pergine svolgono attività agricole e di allevamento di piccoli animali.
Pirati che salvano la memoria della terra e cioè piante che non sono mai arrivate sugli scaffali dei supermercati ma che stanno scomparendo anche dalle tavole. Grazie alla banca del germoplasma della Regione Toscana e al progetto Koinè di agricoltura sociale nell’ambito delle attività promosse dal Distretto Rurale del Valdarno Superiore, questi semi tornano ad essere piantati. Non solo a Ramarella perché Koinè continua a diffondere progetti e azioni all’insegna della green care. Porta quindi l’orticoltura nelle Rsa, nei centri diurni, nelle case famiglia, nelle scuole dell’infanzia, nei nidi, per educare alla natura e alla biodiversità, parlando di stagionalità, filiera corta, ambiente da salvaguardare e per contribuire alla missione della banca del germoplasma della Regione Toscana. Un progetto che si consolida progressivamente. Koinè ci crede a tal punto da aver acquistato, dopo anni di affitto, la fattoria di Ramarella. Il nucleo di pirati non svolge più solo attività su questo terreno ma è diventato un gruppo esperto che sta disseminando le attività di green care in tutti i servizi gestiti da Koinè: da quelli per l’infanzia a quelli per gli anziani.
“Il prossimo passo – annuncia Sauro Testi, responsabile del progetto Koinè – sarà la realizzazione di un orto sociale a Montecchio Vesponi, nella Casa di Pinocchio, con il gruppo dei ragazzi e degli operatori del Progetto VI.VA per la vita indipendente. Il terzo del progetto della rete Dell’Aia Diffusa E ci stiamo preparando alla produzione di uova e miele bio aderendo alla campagna di Green Peace per la tutela delle Api e la loro/nostra sopravvivenza. Koinè lavora su questi temi dal 2015. Ricorda il Presidente Paolo Peruzzi: “nell’ambito del Patto sociale per la salute mentale del Valdarno, costruito con Asl Tse e Conferenza dei sindaci del Valdarno e con il finanziamento della Regione, attivammo la fattoria di Ramarella. A partire da questa esperienza abbiano dato vita a una rete di agricoltura sociale con altre cooperative sociali e con molte imprese agricole, diventando parte del Distretto Rurale e del Cibo del Valdarno”. Luca Fabbri, Coordinatore tecnico del Distretto spiega come questo “metta in rete con i Comuni della vallata e le imprese agricole, progetti di salvaguardia della biodiversità alimentare e di educazione sulla Cultura identitaria nelle scuole. l progetto “Aia Diffusa” nasce nel nostro Distretto del Cibo e diventa un modello diffuso per gli altri Distretti italiani”.
Il progetto ha funzionato. Ancora Peruzzi: “lo abbiamo esportato anche nella provincia di Siena grazie alla richiesta e alla collaborazione fondamentale della Fondazione Allianz UMANA MENTE, andando a gestire a Castelnuovo Berardenga l’esperienza dell’Orto e Aia Felice. Dalla integrazione tra le due esperienze è nato il primo nucleo della rete Aia Diffusa. Oggi nei progetti della rete sono impegnate 31 persone con programmi individuali diversi. Siamo poi entrati a far parte della rete dei sostenitori della Banca del Germoplasma della Regione Toscana, iniziando ad ispessire nelle nostre attività agricole l’impegno per la salvaguardia della biodiversità, dell’ambiente e del paesaggio”.