Stamani un gruppi di rifugiati, ospiti nelle strutture di accoglienza gestite dalle cooperative sociali Koinè e Betadue, si è presentato nella sede di via Duccio da Buoninsegna ed ha avuto un confronto non solo con gli operatori addetti all’accoglienza ma anche con i Presidenti delle due cooperative e con il Direttore di Koinè. Il tema è stato quello degli ultimi giorni: non generi alimentari ma denaro.
I rappresentanti delle cooperative hanno confermato che questa richiesta non poteva essere accolta perché nei bandi con i quali la Prefettura di Arezzo affida i servizi di accoglienza dei rifugiati, è indicato con assoluta chiarezza che i gestori del servizio devono provvedere ai pasti (colazione, pranzo e cena) per ogni giorno della settimana seguendo specifiche direttive anche sul menù che deve essere, ed è, conforme alle necessità alimentari. Ed hanno evidenziato, con i rifugiati, l’inderogabile decisione di rispettare le norme e quindi, come ha dichiarato la Prefetta Vaccaro, “niente denaro ma cibo”.
I rifugiati hanno insistito con la loro tesi di poter disporre di denaro invece che di cibo e di fronte al diniego dei dirigenti delle cooperative, hanno annunciato che non avrebbero lasciato gli uffici di via Duccio da Buoninsegna fino a quando il Prefetto non avesse modificato le sue disposizioni. Di questa richiesta e della discussione in atto è stata quindi informata la Prefettura che, ovviamente, non ha accolto la richiesta. Da qui l’arrivo delle pattuglie di Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale. A quel punto, la delegazione di rifugiati ha deciso, dopo quasi tre ore di discussione, di lasciare la sede delle due cooperative.
Generi alimentari e non denaro: confronto tra rifugiati e vertici delle cooperative Koinè e Betadue