Sei ospiti della Casa di Pinocchio presentano la loro versione dell’opera di Bartolomeo della Gatta. La mostra diventerà itinerante
Da una parte Bartolomeo della Gatta, dall’altra sei ragazzi con disabilità. Un ponte fatto di matite, tempere, pennelli e costruito all’interno del museo di Castiglion Fiorentino. Il risultato finale? Sei rivisitazioni del “San Francesco riceve le stimmate” che vengono presentate nel corso del convegno che si è aperto ieri a Castiglion Fiorentino e dedicato all’accessibilità nei musei. Convegno organizzato dal Comune di Castiglion Fiorentino e dal locale Sistema museale in collaborazione con Koinè e la partecipazione del Metropolitan Museum di New York.
“In questo progetto abbiamo coinvolto 6 ospiti della Casa di Pinocchio – ricorda Stefania Battaglini della cooperativa Koinè. L’idea è nata all’intero del progetto per l’accessibilità al museo ma siamo andati oltre cercando di capire quale visione dell’arte potessero aver i nostri ragazzi e come avrebbero interpretato una delle opere maggiori ospitate nel museo stesso”.
I risultati sono andati ben oltre le aspettative. “Abbiamo ricevuto la conferma che la pittura è un grande canale di comunicazione – commenta la storica dell’arte Jessica Boffa che ha curato la formazione dei giovani disabili e li ha seguito nella loro opera. Tutti hanno compreso pienamente il messaggio del dipinto. Si sono soffermati molto sui dettagli, dimostrando un grande spirito di osservazione”.
Ognuno a suo modo: “Moreno ha espresso la fase evolutiva che sta attraversando. Paolo non ha stravolto il tema ma lo ha interpretato in modo molto personale. Eralda ha rivoluzionato completamente il tema cambiando sia la disposizione dei personaggio che la struttura cromatica. Elena ha invece riproposto la scala cromatica ed ha riportato nella sua opera il suo problema, cioè l’udito, modificando il viso dei personaggi. Infine Grazia: una donna ormai adulta che inizialmente non voleva nemmeno provare a disegnare. Dapprima ha rifiutato i pennelli e si è limitata all’uso della matita, confermando la sua predilezione per i toni scuri. Poi, osservando il suo lavoro e quello degli altri, ha accettato di utilizzare pennelli e colori. Anche in questo caso, tra i 12 colori disponibili sulla tavolozza, ha scelto quello che più si avvicinava al nero e cioè il blu scuro. Infine ha arcuato le figure e si è totalmente immersa nell’opera diventando la più entusiasta di tutti. Come risultato finale, ha deciso di mettere da parte i toni scuri, prediligendo e sperimentando tonalità più vivaci“.
Tanto che alla fine ha scritto: “ho provato gioia nel dipingere Francesco. Mi sentivo come una pittrice”. Ed ecco i commenti degli altri. Moreno: “mi è piaciuto dipingere con i pennelli il quadro perché mi sentivo bene”. Donatella: “mi ha colpito in particolare il quadro perché è bello e rifarlo mi ha dato un’emozione bellissima. Mi faceva sentire importante”. Eralda: “quando dipingevo mi sono sentita brava. Ero emozionata”. Elena: “mentre coloravo con i pennelli mi sentivo bene, mi piace colorare con i pennelli, mi piace il movimento della mano”.
Adesso le opere dei ragazzi della Casa di Pinocchio di Montecchio a Castiglion Fiorentino, dopo il convegno in corso, diventeranno una mostra itinerante organizzata dalla cooperativa Koinè.