Le attività dell’Associazione
Una delle ultime e fondamentali collaborazioni attivate da Koinè è quella con il Centro Nascita Montessori di Roma che è entrata ufficialmente nella Rete Koinè.
È un’associazione senza fini di lucro che si occupa di osservazione del neonato, di ricerca sullo sviluppo e sul mondo relazionale del bambino nei primi anni di vita e di formazione di operatori della prima infanzia. Il pensiero montessoriano costituisce lo sfondo e la prospettiva dell’operare del Centro Nascita Montessori in un costante confronto con idee, eventi, esperienze a livello nazionale e internazionale.
Promuove la cultura di una buona attesa e di una buona nascita accompagnando le coppie verso il nuovo ruolo genitoriale consapevole e responsabile.
Gestisce direttamente o in convenzione attività e servizi per l’infanzia e attiva corsi di formazione per gli educatori e per gli operatori che, a vario titolo e ruolo, si occupano di servizi per la prima infanzia, in ambito psico-educativo, socio-assistenziale e sanitario.
I corsi di formazione si svolgono nella propria sede o presso i nidi, su richiesta di Enti e Comuni.
Promuove eventi culturali come convegni e seminari, pubblica libri.
Con le proprie attività il Centro Nascita Montessori si rivolge prevalentemente:
- a donne e a uomini che desiderano affrontare un percorso procreativo e diventare genitori
- a educatrici ed educatori che intendono rafforzare la loro professionalità e formarsi in accordo con le nostre linee di intervento educativo
- a enti e aziende, pubblici e privati, che intendono avvalersi della nostra esperienza per lo studio di fattibilità e per la gestione di nidi e servizi per l’infanzia.
In particolare,
il Centro Nascita Montessori a partire dalla sua ampia esperienza – sia organizzativa che educativa – offre consulenza per l’apertura e per la ristrutturazione di nidi per bambini di età compresa tra 3 mesi e 3 anni e di servizi per l’infanzia di “nuova tipologia”, attraverso la progettazione, la realizzazione e la gestione.
Nello specifico ciò significa:
- ottemperare a tutte le pratiche di autorizzazione e di collaborazione con le istituzioni locali
- progettare e sovrintendere ai lavori, anche di ristrutturazione, per rendere l’ambiente adatto ai bambini
- costruire il progetto pedagogico e identificare una persona competente come Responsabile
- formare il personale educativo, ausiliario e di coordinamento al fine di realizzare gli obiettivi del progetto pedagogico
- coordinare l’attività organizzativa e pedagogica attraverso riunioni costanti con l’insieme degli operatori (educatrici e ausiliarie) come monitoraggio dell’attività e verifica degli obiettivi
- offrire formazione continua agli operatori e alle coordinatrici responsabili
- offrire occasioni di incontro fra genitori su temi specifici.
A questo fine si avvale di varie figure di collaboratori, professionisti qualificati e di lunga esperienza: pedagogisti, psicologi, psicoterapeuti, pediatri, architetti, ingegneri, geometri, avvocati e commercialisti.
Chi era Maria Montessori
Nata il 31 agosto del 1870 a Chiaravalle (Ancona), Maria Montessori è stata una ragazza curiosa, determinata. Poco più che ventenne si iscrive alla Facoltà di Medicina di Roma, ostacolata e malvista in un ambiente esclusivamente maschile.
Partecipa alle prime lotte femministe, ma anche alla nascente psichiatria, settore in cui si laurea nel 1896 con una tesi sperimentale: è la prima donna a riuscirci nell’università romana. Maria, bella e di una naturale eleganza, studia con passione e si lega a un gruppo di giovani psichiatri – Sante De Sanctis, Giuseppe Montesano e Clodomiro Bonfigli – insieme ai quali mette a fuoco la situazione tragica dei bambini con handicap, chiamati allora “oligofrenici”. Riescono a sollevare l’interesse nazionale intorno a questo problema affermando l’importanza di un intervento più educativo che medico.
Per cercare le soluzioni migliori Maria si reca a Parigi per studiare le opere di due medici francesi Jean Marc Itard (che a fine Settecento aveva tentato di rieducare il bambino “selvaggio” di nove anni circa, trovato nelle montagne dell’Aveyron) ed Eduard Séguin (1812 – 1880) per i ragazzi “idioti”. Dalle loro ricerche Maria ha la conferma che l’educazione dei sensi è la via maestra per potenziare le capacità mentali.
Comincia a lavorare direttamente con i ragazzini svantaggiati (tra 6 e 12 anni), progettando materiali adatti e li conduce alla licenza elementare come i “normali”. Nel frattempo vive con il collega Montesano un’intensa relazione amorosa che però, per una serie di impedimenti, non può approdare al matrimonio. Nel ’98 nasce un bambino, Mario, che non può tenere con sé per le convenienze sociali. Lo affida a una famiglia di fiducia in campagna: andrà a trovarlo sistematicamente, ma potrà riprenderlo con sé solo nel 1913, quando morirà sua madre. Col tempo Mario diventerà il suo principale collaboratore.
Nel 1907 Maria è già molto conosciuta, tanto che l’ingegner Talamo, che aveva risanato a Roma palazzoni fatiscenti nel quartiere periferico di San Lorenzo, le chiede aiuto per un suo progetto: nel timore che bambini dai 2 ai 6 anni abbandonati a se stessi (allora gli asili erano rari) danneggino le nuove case, le propone di occuparsene in un locale a piano terra in via dei Marsi 58. Lei accetta con entusiasmo: dopo anni trascorsi a studiare ragazzini grandi in gravi difficoltà, è curiosa di vedere come reagiscano bambini piccoli sani.
Per loro prepara mobili leggeri, colorati in modo armonico; mette a disposizione i materiali sperimentati con i ragazzini e, di fronte alla vivace risposta dei piccoli, ne prepara di nuovi. Scopre che sanno scegliere da soli e che si concentrano su ciò che fanno. Nessuno li sgrida e loro si aiutano spontaneamente; mostrano il piacere di rimettere a posto le cose, prediligono attività di tipo domestico come lavare, spazzare, apparecchiare le tavole per il pranzo, ma anche le esperienze sensoriali e le lettere. Maria osserva i bambini non con sentimentalismi, ma con attenzione scientifica per capire il funzionamento dei poteri della psiche umana.
È l’inizio di un nuovo percorso per lei: la Casa dei Bambini – come verrà chiamato quel luogo – attirerà educatori da tutto il mondo: è la scoperta delle prime potenzialità infantili, fino ad allora ignorate. Nel giro di pochi anni lascia la professione di medico e comincia il lavoro di formazione degli adulti: perché i bambini mostrino le loro capacità, occorrono maestri non aggressivi, non giudicanti, capaci di dare fiducia e di preparare un ambiente non di lusso, ma ricco di oggetti rispondenti alle età e alle abilità progressive dei bambini. Preferisce gruppi misti per età, avendo notato come i rapporti tra loro siano così molto più armoniosi. Soprattutto insegna a genitori e a docenti a osservare prima di intervenire.
La nuova proposta educativa comincia a diffondersi a Roma, a Milano, in scuole dei quartieri operai o della borghesia, ma anche all’estero: Olanda, Norvegia, Francia, Inghilterra, Svezia, Spagna, Russia, negli Stati Uniti dopo il 1915, più tardi in Sud America, in Asia. Ovunque, questa modalità educativa che non esprime giudizi, non dà premi e castighi ma predispone con cura spazi di libertà accuratamente organizzati, produce gli stessi effetti: i piccoli inquieti si calmano, i passivi si svegliano, sono felici di essere attivi e via via rivelano comportamenti sociali inaspettati.
Grazie ai Corsi e ai Congressi internazionali da lei guidati, tra gli anni Venti e i Trenta in Europa come in Italia si aprono decine e decine di Case dei Bambini, ma poi anche di Scuole elementari e medie fino ai licei, impostati sempre sulla libertà di scelta, l’autoeducazione, il senso di responsabilità, ma anche la rigorosa formazione degli insegnanti.
Ovviamente la sua proposta è così innovativa che non mancano attacchi pesanti contro di essa, in Italia come negli Stati ,Uniti tra la prima e la seconda guerra mondiale. Dove ci sono dittature le scuole Montessori vengono chiuse: in Russia, in Spagna, in Portogallo, in Germania e in Italia dal ’34 in poi.
Lasciata l’Italia, Maria trova ospitalità in Olanda, poi nel ’39, invitata in India a tenere corsi, vi si reca con il figlio, ma ormai la guerra è alle porte. Pochi anni prima, trovandosi in Inghilterra e in Danimarca a svolgere conferenze sul tema della pace, continua a ribadire che il mezzo basilare per costruirla è l’educazione, intesa come rispetto dei bambini fin dalla nascita. Rimarrà in India durante il secondo conflitto mondiale, realizzando affascinanti esperimenti educativi in una scuola multiculturale a Kodaikanal dove metterà a punto un progetto di “educazione cosmica” destinato ai bambini della scuola elementare. Per questo suo forte impegno nel 1949 e poi ancora nel 1950 e nel ’51 verrà candidata al Premio Nobel per la Pace. Dopo la guerra sosterrà in modo particolare lo studio del neonato e del bambino nei primi tre anni: l’educazione dalla nascita come aiuto di vita in base al quale avrà origine il Centro Nascita Montessori di Roma.
Oggi esistono in tutti i continenti centinaia di luoghi montessoriani. Solo negli Usa si contano oltre 3500 scuole: Nidi, Case dei Bambini, Scuole elementari e Medie, pubbliche e private, Centri di formazione per educatori, genitori, docenti, amministratori di scuole; pubblicazione di riviste e bollettini, traduzioni in varie lingue dei suoi libri, congressi e seminari di studio.
Una grande educatrice? Piuttosto una “robusta mente di scienziato” apprezzata da psicologi, etologi e antropologi, meno dai pedagogisti, più preoccupati di “plasmare” il bambino che di seguirlo nella sua conquista d’indipendenza e di libertà di pensiero.
Maria Montessori è morta in Olanda il 6 maggio 1952 ed è sepolta nei pressi del Mare del Nord.
www.centronascitamontessori.it