La cooperativa sociale ha chiuso con un utile il “terrificante” 2020
Il 2020? Paolo Peruzzi ha un solo aggettivo per definirlo: “terrificante”. Per tutti, compresa la cooperativa sociale Koinè.
“Nonostante questo, il bilancio che ieri abbiamo portato all’Assemblea dei soci registra un utile netto di 240mila euro. Non era un risultato scontato perché oltre ai drammatici problemi che hanno interessato le Rsa, abbiamo dovuto interrompere per almeno 3 mesi alcuni nostre fondamentali attività: servizi educativi, domiciliari, centri diurni,…. E siamo stati costretti ad investimenti non previsti come ad esempio i dispositivi di protezione individuale e personale aggiuntivo nelle Rsa: 1 milione di euro. Senza dimenticare che il 2020 ha avuto in calendario la corresponsione della seconda e terza tranche di aumento contrattuale che ha determinato un aumento del 5% del costo del lavoro. I diritti dei soci e dei dipendenti sono intangibili e quindi lo abbiamo applicato e, in considerazione del quadro generale, non lo abbiamo nemmeno, per senso di responsabilità, riversato sui costi dei servizi che eroghiamo”.
Paolo Peruzzi chiarisce che la cifra dell’utile ha un valore soprattutto non economico: “abbiamo dimostrato che la cooperazione sociale è in grado di resistere alle crisi peggiori, di non abbassare né qualità né quantità dei servizi, di uscire dal tunnel e di immaginare soluzioni nuove ai problemi”. Le condizioni per farlo: “aver lavorato bene e con lungimiranza negli anni precedenti. Siamo un’impresa sociale fortemente patrimonializzata che per tutti i suoi 27 anni ha reimpiegato gli utili in cooperativa. Abbiamo un rapporto tra diretti e indiretti che è al di sotto del 3%: la nostra tecnostruttura è di alta qualità ma ai livelli numericamente essenziali. Non ci aspettavamo certamente un anno così terribile ma eravamo e siamo stato pronti ad affrontarlo”.
Koinè ha già iniziato a lavorare per il futuro. “Non pensiamo proprio che si debba tornare alla situazione pre Covid. Quello che è successo deve essere d’insegnamento, per noi e per tutti. Se parliamo di Rsa, occorre una svolta radicale. Strutture più piccole, dotate di personale medico e di maggiori risorse infermieristiche. Ad esse vanno accompagnate politiche innovative che facciano leva su cohousing, assistenza domiciliare e centri diurni, grande sviluppo delle cure intermedie, la cui carenza si è fatta sentire nella prima fase e la cui attivazione ha dato importanti risultati, in termini di vite umane, nella seconda”.
Dagli anziani ai bambini. “L’Istat ci ha consegnato un dato del 2020: 400mila persone hanno lasciato il lavoro. Il 90% sono donne. I motivi sono facilmente comprensibili: l’impossibilità di gestire contemporaneamente lavoro e bambini a casa. Anche questo elemento deve indurre la pubblica amministrazione a fare una scelta netta, senza riserve: i servizi per l’infanzia devono essere calibrati sulle necessità delle donne e delle famiglie. Non si può aprire alle 8 e non si può chiudere alle 16: questi sono gli orari pensati negli anni delle grandi imprese con migliaia di operaie. Il mondo non è più questo. Gli orari vanno prolungati affinché nemmeno una donna rinunci al lavoro perché non ha soluzioni per i figli”.
Koinè dedicherà i suoi prossimi mesi ad intensificare il lavoro di progettazione per l’innovazione sociale. “Lo faremo – come sempre – insieme alle istituzioni e alle decine dei nostri stakeholder partendo dall’idea che solo con l’attivazione della cittadinanza si possono, davvero, fare i cambiamenti necessari e risolvere i problemi”. Questo sistema di relazioni, rende ancora più essenziale il lavoro della Rete Koinè alla cui Presidenza l’Assemblea ha chiamato Grazia Faltoni, la nostra risorsa migliore “. Sulla base di questa scelta, Paolo Peruzzi è stato eletto anche Presidente della cooperativa sociale Koinè mentre Elena Gatteschi è stata confermata alla vice presidenza di un consiglio di Amministrazione fortemente rinnovato e che rappresenta tutte le aree professionali, tutti i settori principali e tutti i servizi