Nel libro di Claudio Repek, “Il volo del pinguino” la storia del consorzio Coob e di chi ha ritrovato nel lavoro una ragione di vita
Nella forma è la storia di un consorzio, in questo caso di cooperative sociali: numeri, lavori, bilanci, … Nella sostanza è una storia di persone. Quelle che hanno avuto vite difficili: dalla disabilità fisica al disagio mentale, dalla droga all’alcol, dal carcere all’emarginazione.
Il libro “Il volo del pinguino” (di Claudio Repek per Edizioni Clichy, Firenze) è la storia del consorzio Coob e quindi della cooperazione sociale di tipo B. E racconta quella di centinaia di donne e di uomini che hanno conosciuto il dolore e la sofferenza, che hanno commesso reati, che hanno lottato contro la follia, che hanno trasformato la disabilità in opportunità. Persone che sono arrivate quasi al fondo e che hanno avuto il coraggio, la passione e l’intelligenza di risalire. Lo hanno fatto con l’aiuto di altre donne e di altri uomini che il senso comune definirebbe normali. Non sono stati dalle opposte parti di un muro immaginario. Sono stati insieme. Qualche volta hanno litigato, spesso si sono abbracciati. Perfino innamorati. E tutti hanno imparato qualcosa. Ognuno adesso ha la sua vita, compresi coloro che pensavano che la loro fosse finita. Contro ogni logica previsione, hanno fatto come il pinguino che si è prestato al titolo del libro: hanno volato.
Con sentimenti che descrivono il loro percorso.
La consapevolezza di Giampiero, ex tossicodipendente ed ex detenuto che attende la pensione: “adesso mi rendo conto di come ho trascorso la mia vita. Quando ti rimetti a posto diventi improvvisamente consapevole di tutte le cazzate che hai fatto. Probabilmente non ho avuto grandi alternative: sono nato e cresciuto in un ambiente che era popolato di drogati e di ladri. Avevo soltanto due scelte: adeguarmi o andare via. E io mi sono adeguato”.
Il coraggio di Monia, giovane donna con un passato tra droga e furti: “il lavoro mi ha aiutato perché mi permette di avere un obiettivo per alzarmi la mattina. Mi dico che anch’io posso lavorare e che ho la fiducia delle persone che sono attorno a me. Prima ero brava a rubare, adesso sono brava a lavorare. Il lavoro mi ha dato una vita normale anche se sinceramente non so cosa sia una vita normale. Anch’io avrei voluto una famiglia e dei figli. Non è stato possibile e me ne sono fatta una ragione. Il mio futuro è il lavoro e cercare di stare bene. Oggi sono capace di godermi una giornata di sole e di andare a mangiare un gelato. So che un gelato non è nulla ma per me è una conquista”
La mitezza di Alfredo, alla prese con la malattia mentale: “la cooperativa mi garantisce uno stipendio regolare, a Natale una festa con i dolci e andiamo anche in gita insieme. Dopo la depressione, lavorare per me è stata una resurrezione, aprire gli occhi e vedere un’altra vita”.
La passione, anzi le passioni di Enrico: prima la droga, ora la cucina: “stare in cooperativa mi ha fatto innamorare ancora di più del mio lavoro. Prima lo facevo soltanto per i soldi e stavo diventando una sorta di distributore automatico di merendine mentre adesso mi è tornata la passione per questa che considero una specie di arte”.
I sogni? “Se adesso trovassi la lampada di Aladino, non saprei cosa chiedere di più”. Fabrizio non ha dimenticato quando sopravviveva in una capanna con un pacco di pasta e una barattolo di pomodori alla settimana.
“Il volo del pinguino” ha la prefazione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti: “Il pinguino nuota agile, cammina goffo. Ma volare, proprio no. Oppure sì? Questo libro si incarica di smentire un’evidenza della natura e vuole dimostrare che sì, il pinguino può volare. Fuori di metafora, queste pagine raccontano, attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti, una storia straordinaria: quella di persone che in molti casi hanno “volato”, sono risorte alla vita dopo aver conosciuto l’abisso del dolore e della disperazione, grazie al loro impegno e alla passione e al coraggio di chi ha pensato che “si può fare”. È la storia – comune a molte esperienze simili realizzate nel nostro paese – di alcune cooperative sociali di tipo B (ovvero attive nel campo dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate) che aderiscono al Coob, un consorzio che festeggia i dieci anni di vita con buoni risultati e prospettive di crescita e di sviluppo delle proprie attività”.