Nella struttura Koinè di viale Cittadini una stanza è riservata ai genitori
A casa c’è la stanza del bambino. Al nido quella dei genitori. Accade al Bucaneve, nido Koinè in viale Cittadini ad Arezzo.
Gli operatori del nido hanno deciso di “trasformare” la stanza che era utilizzata come ufficio e di aprirla ai genitori: possono entrare e uscire quando vogliono, hanno sedie e tavolo, biblioteca per adulti e libri per bambini, bollitore per tè e tisane, caffè e cioccolata. Perfino una bacheca per le comunicazioni tra di loro. Possono parlare e discutere. Dialogare con gli operatori. Ma anche, semplicemente, vedere ed ascoltare cosa fanno i loro bambini.
Il motivo di una stanza per i genitori? “Intanto per stimolare trasparenza e fiducia – sottolinea David Bassi coordinatore della struttura dove lavorano anche Arianna Testi, Arianna Sinatti, Martina Ballotti, Michelina Troisi e Cristina Plantamura. Avevamo già liberato la grande vetrina che dà sulla strada e sul piccolo piazzale che condividiamo con il Distretto Asl. Chiunque passa, può vedere cosa facciamo. Adesso mettiamo a disposizione dei genitori l’opportunità di avere un luogo tutto per loro all’interno del nido. Con le famiglie abbiamo sempre parlato e raccontato le esperienze ma una cosa è ascoltare in forma indiretta e un’altra è vedere e ascoltare in tempo reale”.
Altro motivo: “pensiamo ad un nido come ad un luogo dove anche i genitori sono protagonisti. Talvolta, soprattutto nella fase di ambientamento, non è facile il distacco tra il figlio e la mamma o il papà. Da noi non è necessario che il genitore vada via: può semplicemente allontanarsi dalla vista del piccolo ma rimanere nella stanza e quindi all’interno della struttura. E questo non solo nel primo periodo del bambino al nido ma ogni qual volta ne ha voglia. Non per necessità ma anche per il semplice piacere di rimanere insieme ad altri genitori. Per prendere un caffè. O leggere uno dei libri che abbiamo messo a disposizione. O per fare”.
E un altro motivo è proprio quello del fare e da qui il nome ‘officina’: “un luogo dove nascono cose e consapevolezze, dove la genitorialità può esprimersi e attuarsi in forme concrete. Molti genitori sono disponibili a creare giochi o a collaborare alla preparazione di alcune esperienze per i bambini. Lo fanno a casa ma adesso anche nella loro stanza al Bucaneve. Ci hanno regalato una macchina fotografica digitale e noi abbiamo messo un computer a loro disposizione. Il risultato è che tutto ciò che fanno i loro bambini viene memorizzato da foto che inseriamo nel computer. Il genitore apre la cartella del mese che gli interessa e vede le immagini relative al flusso di vita che si è svolto”.
Poter restare all’interno del Nido, accedere con il computer al materiale fotografico, avere la possibilità di sfogliare i progetti relativi alle esperienze in atto o in preparazione, vedere direttamente le modalità comunicative che le educatrici attuano e, volendo, lavorare per ampliare l’offerta destinata ai loro bambini sono tutte componenti che vanno a costruire realmente una porta d’accesso alla comunità di pratiche che il nido costituisce.
La sintesi è che le mamme e i papà del Bucaneve possono trascorrere anche loro una parte della giornata al nido che adesso è una struttura, se possibile, ancora più aperta e trasparente.